"Tutto quello che si fa, è solo ed esclusivamente per noi. Non possiamo vivere in un mondo rovinato in tutti i sensi, quando abbiamo invece l'opportunità di collaborare tra di noi e fare di questo mondo un luogo più bello, ricordandoci che la terra su cui viviamo non ci è stata donata dai nostri padri ma ci è stata prestata dai nostri figli."

sabato 23 luglio 2011

Traffico di "munnezza"

Dopo due settimane di pausa mi sorge spontaneo dire. Incredibile, sono passati a prendere la spazzatura!!! Un ulteriore riflessione invece mi porta a dire, perché al centro di Pietramelara Si, e nelle zone esterne No?  Sono queste delle domande che si pongono molti degli abitanti della periferia, soprattutto perché ci si trova ad accumulare sacchi e varie, fuori alle proprie abitazioni, poiché tenere in casa cumuli di rifiuti, diciamo che poi son loro che ci cacciano fuori, (un po’ da tutti i punti di vista… ) e certo non è un bello spettacolo. Il punto, non è poi che la maggior parte delle persone inquinano bruciando l’immondizia e gettandola in fossi, in montagna, e insomma ovunque si trovi posto libero per buttarne, ma bensì questo punto si rivolta verso coloro che dirigono. E’ colpa loro se la gente si stufa e si sbarazza dell’immondizia in modo semplice e veloce, tutto questo perché non sono pazienti come chi pensa prima alla natura che alla visuale della propria casa. Quindi perché l’abitazione dei “giganti comandanti” dev’essere linda e pinta, invece noi dovremmo passare il resto della nostra esistenza ad incitare chiunque sia il responsabile di queste inciviltà? Inoltre tutto questo si accentua ancor di più con l’estate, e con il caldo, non è per niente una condizione igienica. Forse molti non sanno cosa significa differenziare, e il risparmio dal produrre, e produrre materiale riciclato. Infatti, per generare una tonnellata di carta occorrono: 15 alberi, 440.000 litri d’acqua, 7.600 kWh di energia elettrica. Mentre per produrre la stessa quantità di carta ma da materiale riciclato, non occorrono alberi, 1.800 litri d’acqua, 2.700 kWh di energia elettrica. E ciò, vale anche per altri materiali riciclabili, come vetro, alluminio, plastica, ecc. Quindi invito tutti, a collaborare, nonostante il fatto che la maggior parte dei governanti ci ignorano per queste problematica ambientale, divenuta centro del mondo attuale. 

Carmela Martello

10 buoni motivi per essere contro il Nucleare

1. Il nucleare è molto pericoloso
La tragedia di Cernobyl ha dimostrato la pericolosità di questa fonte di energia. Quell’incidente ha causato e causerà ancora nel futuro centinaia di migliaia di vittime e ancora oggi, a 23 anni di distanza, le ricerche scientifiche mostrano ancora impatti sia sulla flora che sulla fauna. Cresce l’evidenza di leucemie infantili nelle aree vicino alle centrali nucleari.

2. Il nucleare è la fonte di energia più sporca
Le centrali nucleari generano scorie radioattive. Le scorie a vita media rimangono radioattive da 200 a 300 anni, le scorie a vita lunga anche miliardi di anni e non esiste ancora un sistema per la gestione in sicurezza delle scorie nel lungo periodo.

3. Il nucleare è la fonte di energia che genera meno occupazione
Gli obiettivi europei per le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica al 2020 valgono il triplo del piano nucleare di Enel in termini energetici e creerebbero almeno 200 mila nuovi posti di lavoro “verdi” e dunque 10-15 volte l’occupazione indotta dal nucleare.

4. Il nucleare è troppo costoso
Secondo il Dipartimento USA dell’energia un EPR costa, in euro, 7,5 miliardi, una cifra ben maggiore rispetto a quanto propagandato da Enel e governo (4,5 miliardi). Se poi teniamo conto dello smaltimento delle scorie e dello smantellamento e bonifica degli impianti nucleari, i costi per noi e le future generazioni saranno ancora più elevati.

5. Il nucleare non è necessario
Entro il 2020 le fonti rinnovabili, insieme a misure di efficienza energetica, sono in grado di produrre quasi 150 miliardi di kilowattora, circa tre volte l’obiettivo di Enel sul nucleare, tagliando drasticamente le emissioni di CO2.

6. Il nucleare è una falsa soluzione per il clima
Il nucleare è una scelta inutile ai fini climatici, visto che le centrali saranno pronte certamente dopo il 2020 e invece bisogna ridurre oggi le emissioni di gas serra. Investire sul nucleare sottrae risorse alle fonti davveropulite, efficienza energetica e rinnovabili.

7. Il nucleare non genera indipendenza energetica
Se il nucleare dovesse tornare in Italia, continueremo a importare petrolio per i trasporti e diventeremo dipendenti dall’estero per l’Uranio e per la tecnologia, visto che il nuovo reattore EPR è un brevetto francese. E, comunque, la Francia leader del nucleare ha consumi procapite di petrolio superiori a quelli italiani.

8. Il nucleare è una risorsa limitata
L’Uranio è una risorsa molto limitata destinata a esaurirsi in poche decine di anni. Nel caso venissero costruiti nuove centrali, l’esaurimento delle risorse di Uranio si accelererebbe.

9. Il nucleare non ha il sostegno dei cittadini
Gli italiani hanno detto NO al nucleare con un’importante scelta referendaria. Oggi i sondaggi di opinione rivelano che la maggior parte dei cittadini non vuole una centrale nucleare nella propria Regione.

10. Il nucleare: più è lontano e minori sono i rischi
Alcuni sostengono che il rischio nucleare c’è già, essendo l’Italia circondata da reattori. È una affermazione scorretta: anche se non è mai nullo, il rischio per le conseguenze di un incidente diminuisce maggiore è la distanza dalla centrale. Le Alpi, come si è visto nel caso di Cernobyl, sono una parziale barriera naturale per l’Italia.

Andrea De Luca

giovedì 21 luglio 2011

La nascita dell'energia eolica

Il vento ha svolto per molto tempo un ruolo importante nella storia della civiltà umana. Il primo uso conosciuto del vento risale a 5000 anni fa, in Egitto,dove si usavano barche a vela per attraversare il Nilo da sponda a sponda o per navigarlo controcorrente. Il primo mulino a vento, formato da delle pale attaccate ad un asse per produrre un moto circolare, potrebbe essere stato costruito nel 2000 a.C. nell' antica Babilonia. Nel decimo secolo d.C si cominciano a vedere i primi mulini a vento dotati di notevoli dimensioni in una zona tra l’attuale Iran e l’Afganistan orientale. Venivano usati per la macinazione del grano. Il mondo occidentale ha scoperto il mulino a vento molto più tardi: i primi riferimenti scritti riguardanti macchine funzionanti che sfruttavano il vento cominciano a partire dal XII secolo. Anche queste macchine venivano usate per la macinazione del grano. La stessa parola “mulino” deriva da mola, la ruota in pietra impiegata nelle macine. Sono passati ancora alcuni secoli prima che i mulini a vento fossero modificati per pompare acqua ed aiutare a liberare gran parte del territorio dell’Olanda dalle acque. In Olanda i mulini svolgevano quindi un doppio ruolo: da un lato inviavano le acque verso i canali di drenaggio, dall'altro venivano impiegati per macinare il grano, segare il legno o spremere l'olio. La familiare fattoria con mulino a vento si sviluppa negli Stati Uniti a partire dalla seconda metà del 19° secolo. Nel 1889 esistevano già ben 77 fabbriche a mulino a vento negli Stati Uniti e fino alla fine del secolo il mulino a vento costituiva una delle maggiori esportazioni americane. Fino all’avvento del motore diesel, molte linee ferroviarie transcontinentali negli Stati Uniti dipendevano da grandi mulini a vento che erano necessari per pompare l’acqua per le locomotive a vapore. Nel 1888 Charles F. Brush aveva però già realizzato la prima turbina eolica in grado di produrre energia. Per la prima volta qualcuno ha l’idea di usare il vento per produrre energia elettrica. Tra il 1930 ed il 1940 vennero costruite migliaia di piccole turbine eoliche negli Stati Uniti per la produzione di energia elettrica per l’illuminazione delle fattorie, per caricare batterie elettriche o per alimentare apparecchi radio. Queste turbine eoliche non erano collegate a nessuna rete elettrica e servivano piuttosto per ovviare alla mancanza della rete elettrica in zone lontane dalle grandi città. Negli anni successivi al 1950 però la rete elettrica pubblica venne estesa anche in zone precedentemente inaccessibili e anche questo tipo di turbine eoliche rimase senza mercatoper i venti anni successivi. All’inizio degli anni ‘70 l’interesse per le turbine eoliche si risveglia. Si comincia a parlare di “fine del petrolio” e si fanno le prime previsioni sulle conseguenze dell’inquinamento atmosferico a causa della massiccia combustione di petrolio e derivati del petrolio. E’ l’inizio di una nuova rivoluzione nel campo dell’energia eolica. In molti paesi del mondo vengono portati avanti dei programmi energetici che prevendono lo sfruttamento dell’energia eolica.
Da questo momento in poi i tipi di turbina eolica che vengono sviluppati sono innumerevoli, alla ricerca di una sempre migliore efficienza nello sfruttamento dell’energia del vento.

Andrea De Luca

La nascita dell'energia geotermica

L'energia geotermica è l'energia generata per mezzo di fonti geologiche di calore e può essere considerata una forma di energia alternativa e rinnovabile, se valutata in tempi brevi. Si basa sullo sfruttamento del calore naturale della Terra dovuto all'energia termica rilasciata in processi di decadimento nucleare naturale di elementi radioattivi quali l'uranio, il torio e il potassio, contenuti naturalmente all'interno della terra. La storia della geotermia nasce in Italia (almeno per quanto riguarda la generazione elettrica) e precisamente in Toscana nella zona di Larderello in provincia di Pisa, dove fino all'800 le manifestazioni geotermiche tramite i soffioni boraciferi erano naturali, e avevano contribuito a fargli avere il nome di valle del diavolo. In seguito, a causa dello sfruttamento delle risorse geotermiche, prima per l'estrazione del boro per l'industria farmaceutica dell'epoca e dai primi del ‘900 grazie al Principe Piero Ginori-Conti per la generazione di energia elettrica, le emissioni naturali si sono praticamente estinte e la valle del diavolo è diventata un'incantevole valle verde. In Italia tutta l'attività geotermica per la produzione di energia elettrica è in mano a Enel Green Power e la maggior parte delle centrali si trova nella zona Larderello-Travale-Radicondoli e in minor quantità sul monte Amiata. Questa zona ha comunque raggiunto una sorta di saturazione con poche ulteriori prospettive di sviluppo, mentre è in fase di partenza un progetto che intende sfruttare la zona dei Campi Flegrei alle pendici del Vesuvio. La geotermia per quanto limitata come sfruttamento è una risorsa strategica per la gestione della rete, alla pari dell'energia idroelettrica. Infatti, con lo sviluppo delle energie rinnovabili come fotovoltaico e soprattutto eolico si possono ottenere relativamente grandi quantità di energia caratterizzate però da una forte intermittenza e imprevedibilità. Questa intermittenza fa sì che la rete elettrica deve essere in grado di compensare carenze delle altre fonti, ovviamente per il momento questa compensazione è minima in quanto l'apporto da eolico e solare è ridotto e comunque viene fatto tramite le tradizionali centrali a carbone, gas e petrolio. In una prospettiva però di grosso contributo delle fonti rinnovabili il geotermico diventa fondamentale con la sua capacità di produrre energia 24 ore su 24. L'energia geotermica è una forma di energia sfruttabile che deriva dal calore presente negli strati più profondi della crosta terrestre. Infatti penetrando in profondità nella superficie terrestre, la temperatura diventa gradualmente più elevata. Per estrarre e usare il calore imprigionato nella Terra, è necessario individuare le zone con anomalia termica positiva dove il calore terrestre è concentrato: il serbatoio o giacimento geotermico. Per ottenere un ottimale riscaldamento di case o serre viene messa in atto l'azione di fluidi a bassa temperatura; invece, per ottenere energia elettrica si fa uso di fluidi ad alte temperature. Esistono diversi sistemi geotermici, ma attualmente vengono sfruttati a livello industriale solo i sistemi idrotermali, costituiti da formazioni rocciose permeabili in cui l'acqua piovana e dei fiumi si infiltra e viene scaldata da strati di rocce ad alta temperatura. L'uso di quest'energia comporta vantaggi come l'inesauribilità a tempi brevi, se sfruttata in modo razionale, ed il minor inquinamento dell'ambiente circostante; un certo inquinamento non viene escluso per la possibile immissione nell'area di elementi tossici, come zolfo, mercurio e arsenico presenti nei fluidi geotermali, per questo motivo le aree geotermiche sono sottoposte a verifiche ambientali annuali. Rivolto solamente ad una produzione di energia termica, è il sistema geotermico a bassa entalpia che sfruttando il naturale calore del terreno con l'ausilio di una pompa di calore riesce a produrre energia termica per l'acqua calda sanitaria e per il riscaldamento degli edifici. In alcune particolari zone si possono presentare condizioni in cui la temperatura del sottosuolo è più alta della media, un fenomeno causato dai fenomeni vulcanici o tettonici. In queste zone "calde" l'energia può essere facilmente recuperata mediante la geotermia. La geotermia consiste nel convogliare i vapori provenienti dalle sorgenti d'acqua del sottosuolo verso apposite turbine adibite alla produzione di energia elettrica e riutilizzando il vapore acqueo per il riscaldamento urbano, le coltivazioni in serra e il termalismo. Per alimentare la produzione del vapore acqueo si ricorre spesso all'immissione di acqua fredda in profondità, una tecnica utile per mantenere costante il flusso del vapore. In questo modo si riesce a far lavorare a pieno regime le turbine e produrre calore con continuità. La geotermia resta comunque una fonte energetica marginale da utilizzare solo in limitati contesti territoriali. Resta in ogni caso una potenzialità energetica da sfruttare laddove possibile, anche sfruttando le potenzialità del riscaldamento geotermico. In tal senso molto promettente sembrano essere gli sviluppi relativi all'energia geomagmatica, che presenta una distribuzione territoriale molto estesa a motivo dell'assenza di utilizzo di acqua ma solo calore. Dal punto di vista della generazione di energia elettrica, la geotermia consente di trarre dalle forze naturali una grande quantità di energia rinnovabile e pulita. Queste centrali inoltre non comportano un danno all'ambiente, poiché considerate non inquinanti. Un ulteriore vantaggio è il possibile riciclaggio degli scarti, favorendo il risparmio. Anche per quanto riguarda la generazione di energia termica, la geotermia presenta numerosi vantaggi: economia, ambiente, sicurezza, disponibilità e architettura. La fonte geotermica riceve in particolar modo due critiche:
- Dalle centrali geotermiche fuoriesce insieme al vapore anche il tipico odore sgradevole di uova marce delle zone termali causato dall'idrogeno solforato. Un problema generalmente tollerato nel caso dei siti termali ma particolarmente avverso alla popolazione residente nei pressi di una centrale geotermica. Il problema è risolvibile mediante l'installazione di particolari impianti di abbattimento.
- L'impatto esteriore delle centrali geotermiche può recare qualche problema paesaggistico. La centrale si presenta, infatti, come un groviglio di tubature anti-estetiche. Un'immagine che non dista comunque da quella di molti altri siti industriali o fabbriche. Il problema paesaggistico può essere facilmente risolto unendo l'approccio funzionale dei progetti ingegneristici con quello di un'architettura rispettosa del paesaggio e del comune senso estetico.

Paolo Roberto Maciariello

mercoledì 20 luglio 2011

La nascita dell'energia elettrica

Abbiamo già discusso in modo molto generale di energia, e delle varie rinnovabili. In questo bimestrale invece vorremmo parlarvi della nascita di queste ultime, perchè leggere il giornalino e far parte di Legambiente, vuol dire anche essere al corrente di come “venne alla luce” quest’energia che per noi è fondamentale. Cominciamo parlando delle prime informazioni sull'energia elettrica. Essa è una proprietà fondamentale della materia, diffusissima in natura, dove si manifesta spesso in modo molto evidente, come nei fulmini. Attraverso varie tappe l'uomo ha esplorato questa forma di energia e ha potuto sfruttarla. I primi studi dei fenomeni risalgono probabilmente al filosofo greco Talete, che studiò le proprietà elettriche dell'ambra, la resina fossile che se viene sfregata attrae altri pezzetti di materia. Gli antichi greci compresero che l'ambra era in grado di attrarre oggetti leggeri, come i capelli, e che un ripetuto strofinio dell'ambra stessa poteva addirittura dare origine a scintille. Nel 900 a.C. Teofrasto di Ereso descrive altri materiali aventi le stesse capacità dell'ambra.  Addirittura in Medio Oriente, nei pressi dell'odierna  Baghdad, sono stati recuperati nel 1936 vasetti babilonesi di terracotta risalenti al 250 a.C. che contenevano forse le prime rudimentali pile, usate per far depositare strati di metallo sugli oggetti. Tali oggetti, denominati Batterie di Baghdad. Lo scrittore latino Plinio il Vecchio nella sua Naturalis historia («Storia Naturale»), descrisse anch'egli le proprietà dell'ambra. Anche Lucio Anneo Seneca si occupò di fenomeni elettrici, distinguendo tre diversi tipi di fulmini: «il fulmine che incendia, quello che distrugge e quello che non distrugge». Il Venerabile Beda, monaco inglese dell'VIII secolo, descrisse proprietà analoghe a quelle dell'ambra in un tipo particolare di carbone compatto: il giaietto. Le osservazioni del fenomeno ripresero durante la seconda metà del XVI secolo, dove vari scienziati si occuparono dello studio della forza elettrica e della sua denominazione. Galileo Galilei invece pensava che vi fosse coinvolto il movimento dell'aria per il riscaldamento dovuto allo strofinamento. Robert Boyle osservò tuttavia che i fenomeni elettrici sembravano verificarsi anche nel vuoto. L'interesse per il fenomeno dell'elettricità si diffuse anche come curiosità e gioco nei salotti settecenteschi e come immaginario e rivoluzionario metodo di cura. Nel contempo proseguivano gli studi scientifici: Stephen Gray studiò la conducibilità dei corpi, e i termini conduttore e isolante furono introdotti successivamente. Addirittura un altro scienziato individuò nel 1733 l'energia elettrica vetrosa e resinosa (ossia positiva e negativa) e osservò le scintille elettriche e la loro proprietà di infiammare sostanze volatili. La macchina elettrostatica inventata  da Otto von Guericke e gli strumenti di misurazione venivano intanto continuamente perfezionati e si elaboravano teorie scientifiche che tentavano di spiegare il fenomeno.  Pensarono altri tre scienziati che fosse dovuto ad una materia fluida in movimento e poco dopo  nel 1745 realizzarono casualmente il primo condensatore, la bottiglia di LeidaWilliam Watson l'anno dopo scoprì che l'elettricità si trasmetteva anche per lunghe distanze quasi istantaneamente. Nel giugno del 1752Benjamin Franklin, a compimento delle sue indagini e teoria sui fenomeni elettrici, condusse il celebre e pericolosissimo esperimento dell'aquilone durante un temporale. A seguito di questi esperimenti, Franklin inventò il parafulmine e stabilì la relazione sussistente tra il fulmine e l'elettricità. Certamente se lo scienziato ha fatto realmente volare l'aquilone durante una tempesta, non lo fece come spesso viene dipinto, dacché sarebbe rimasto senza dubbio folgorato. Si deve molto probabilmente a Franklin, la convenzione dell'elettricità positiva o negativa. Il fenomeno delle bottiglie di Leida venne spiegato da Benjamin Franklin, e diceva che l'elettricità era costituita da un unico fluido elettrico, composto da particelle che si respingevano tra loro, mentre erano attratte dalle particelle di materia: se il fluido era in eccesso si aveva l'energia positiva, se era in difetto si aveva energia negativa. In seguito, gli esperimenti di altri due scienziati dimostrarono che due corpi, una volta scaricati per contatto, riassumevano la precedente energia se venivano nuovamente allontanati! Però questi esperimenti sembrarono mettere in dubbio la teoria di Franklin. Luigi Galvani osservò delle contrazioni muscolari nelle zampe di una rana a contatto con un conduttore metallico e ipotizzò la presenza di un'elettricità animale. Alessandro Volta, si occupò inizialmente dell'elettricità statica. Ma polemizzò ipotizzando che l'elettricità animale derivasse piuttosto dal contatto con due metalli diversi: sulla base di questa idea, inventò la pila, che inizialmente chiamò apparato elettromotore. La pila di Volta fu il primo generatore statico di energia elettrica. Negli anni 1830 Faraday mise a punto il primo generatore elettromagnetico di corrente elettrica. Joseph Henry, aveva perfezionato un elettromagnete di particolare potenza permettendo in tal modo la trasmissione dell'energia elettrica a grande distanza. Negli stessi anni, Samuel Finley Breese Morse sfruttò il passaggio di elettricità in un filo conduttore come strumento per comunicare, giungendo all'invenzione del telegrafo con i fili. Negli anni 1860 si utilizzò la corrente elettrica per la lavorazione del rame. Nel 1864 Wilhelm Eduard Weber pubblicò un sistema per la misurazione assoluta della corrente elettrica, nel 1866 Heinrich Rudolf Hertz scoprì le onde elettromagnetiche e le loro possibilità di trasmissione attraverso il vuoto. Maxwell pubblicò la propria teoria sulla natura unitaria della luce e dei campi elettromagnetici. Negli anni 1870 videro la luce alcune delle invenzioni più importanti del XIX secolo: il telefono di Thomas Edison e la lampadina a incandescenza, che lo stesso Edison migliorò, dopo aver acquistato i precedenti brevetti. Negli anni 1880 si costruirono le prime centrali elettriche. Guglielmo Marconi realizzò nel 1895 la prima trasmissione a distanza tramite le onde radio e nel 1901 la prima trasmissione del telegrafo senza fili attraverso l'Atlantico. Da tali principi avrà origine la radio. Se il XIX secolo ha visto la realizzazione di molte scoperte sull'elettricità, il XX secolo può essere definito come il secolo dell'elettricità e, a partire dagli anni 1960 anche dell'elettronica (che produrrà il personal computer e quindi internet). All'inizio del Novecento l'illuminazione stradale e domestica, i mezzi di trasporto basati su motori elettrici (tram, treni, metropolitane, filobus) cambiarono radicalmente la vita quotidiana. In particolar modo, l'illuminazione elettrica fece delle città luoghi vivibili anche di notte. Il titolo di "città della luce” fu assegnato a Parigi, ma per estensione potrebbe essere attribuito a tutte le grandi città che si erano dotate in quegli anni di una rete di illuminazione stradale, prime fra tutte Londra e New York.

Carmela Martello

domenica 10 luglio 2011

Lavori in corso

Attraverso questo blog la redazione di Larambiente, storico organo di informazione del circolo Legambiente Pietramelara, sta costruendo e cercando di dare vita ad un progetto multimediale per aggiornare il volantino cartaceo bimestrale. Il progetto Larambiente prevede di affiancare periodicamente il contenuto classico di notizie e prevenzioni fornite dal volantino cartaceo arricchendolo di contenuti multimediali quali  foto, filmati, link utili e quant'altro. Questo strumento ci permetterà di raggiungere un maggior numero di lettori con meno costi per l'ambiente, e offrirà ai lettori stessi la possibilità di interagire con la redazione, mediante l'invio di materiale, testimonianze o anche semplici consigli.
Probabilmente l'attuale volantino cartaceo, già aggiornato nella nuova veste grafica, sarà modificato anche nella periodicità di pubblicazione e nel formato di stampa, questo per renderlo più simpatico e più attuale.
Ci scusiamo con i nostri lettori per il ritardo accumulato da questo ultimo numero (in uscita a breve), ma ciò è dovuto proprio alla riorganizazzione della redazione che sta avvenendo in seguito a questo progetto voluta dalla nostra Direttice Carmela Martello in comune accordo con la Dirigenza del Circolo.
Vi chiediamo ancora un pò di pazienza, a breve vi renderete conto di quello che vi abbiamo anticipato in questo nostro primo post.

Vincenzo Minichino