"Tutto quello che si fa, è solo ed esclusivamente per noi. Non possiamo vivere in un mondo rovinato in tutti i sensi, quando abbiamo invece l'opportunità di collaborare tra di noi e fare di questo mondo un luogo più bello, ricordandoci che la terra su cui viviamo non ci è stata donata dai nostri padri ma ci è stata prestata dai nostri figli."

martedì 31 gennaio 2012

Ci vorrebbe una bacchetta magica!!

In molti ci assicurano dicendo che non vi è inquinamento in uno dei parchi più belli del Mediterraneo, dove è naufragata la Costa Concordia. In realtà la contaminazione ambientale è già iniziata. Parlare di Costa Concordia e danni all'ambiente è all'ordine del giorno. Il terribile gasolio, combustibile denso e vischioso, che alimentava i motori della Costa, ad elevato tenore di zolfo, è il principale elemento tossico da eliminare per salvare l’area dall’ inquinamento. Ad oggi io mi chiedo sarà in grado l'Italia di affrontare un disastro ambientale di quest'enorme portata? La rimozione del carburante slitta ancora, altri due mesi per progettare l'eliminazione dello scafo dalla costa e altri 10 -12 mesi per toglierlo definitivamente. Con tutto questo, non solo si teme la fuoriuscita del gasolio, ma bensì anche il riversamento in mare di altre sostanze tossiche e nocive derivate da: medicinali, pile, elementi elettronici (computer, cellulari, macchine fotografiche e strumenti vari usati dai passeggeri) e cavi elettrici, detersivi e prodotti chimici, oggetti in plastica, barattoli di vernici e solventi, olio da cucina e alimenti, lubrificanti per i macchinari della nave, acque nere di scarico prodotte dai passeggeri. Tutto quanto c'era a bordo insomma. L’elemento di gran lunga più temuto resta lo zolfo, contenuto nel carburante e in molte altre sostanze, il cui derivato semplice, l’anidride solforosa, distrugge ogni forma di vita al suo passaggio. Gli effetti dannosi dell’anidride solforosa sugli animali sono infatti notevoli e riportano soprattutto danni celebrali. Tra i vari scenari possibili, si spera che la Costa Concordia non si trasformi in una catastrofe a catena dalle dimensioni incontenibili: piante, animali, uomo ne verrebbero intaccati. Nella zona sono presenti anche molti tipi di cetacei, un migliaio di balene e  balenotteree ancora altre specie. Per i pescatori significherebbe un danno ambientale ed economico per la pesca, pesca al tonno in particolare, di dimensioni notevoli. Anche gli uccelli marini da questo punto di vista non se la passerebbero meglio: oltre ai gabbiani, anche le meno note varietà di animali, rischierebbero grosso. Uno scenario ipotetico dal sentore apocalittico a cui si spera di non dover assistere. Ad oggi io mi chiedo sarà in grado l'Italia di affrontare un disastro ambientale di quest'enorme portata?

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