Il giorno 22 c.m. si è tenuto,
presso la sala consiliare di Riardo, un convegno del “comitato contro la
fonderia”, definiamolo così, ovvero una associazione ambientalista con sede
operativa in Riardo che sta portando avanti una campagna di sensibilizzazione
contro questa nuova attività, una fonderia in modo semplicistico. Erano
presenti i responsabili dell’associazione,
i sindaci del comune suddetto, quelli di Pietramelara e Rocchetta &
Croce, il direttore generale delle Ferrarelle e il geologo che ha effettuato le
indagini per la stessa (scusateci ma non siamo riusciti ad avere i nomi de
queste persone), mentre non vi era nessun responsabile della
ditta Ragosta, che si sono giustificati, tramite un comunicato, con impegni di lavoro urgenti (anche se il
comunicato è giunto 2 ore prima dell’inizio del convegno, programmato da 5
giorni, ndr).
I primi ad intervenire sono stati
i tre sindaci, e dalle loro parole è emersa l’idea di voler prender conoscenza sull’argomento,
in quanto al momento nessuno di loro aveva pieno possesso dei documenti
relativi al progetto; è emersa però la volontà di approfondire tutte le
particolarità, in quanto un eventuale fallimento di questa attività, può avere ripercussioni sul territorio molto forti.
Sono poi intervenuti i “rappresentanti” della
Ferrarelle, ovvero l’impresa che più verrebbe colpita dalla nuova costruzione,
non per concorrenza ma per gli alti rischi di inquinamento collegati. Infatti
il dg ha prima parlato di come la
Ferrarelle sia presente sul territorio da oltre un secolo, su come abbia sempre
fornito lavoro alla nostra zona, su come sia sempre impegnata in una campagna
di produzione il più possibile verde, per poi concludere parlando della
difficile situazione attuale, in risposta a lamentele di alcune persone sulla
mancanza di nuove assunzioni. Lo stesso dg ha parlato di come la presenza di
una fonderia nelle vicinanza sia pericolosissima per loro, in quanto
un’eventuale inquinamento delle acque porterebbe alla chiusura della stessa,
non potendo l’acqua essere trattata una volta estratta dal terreno; il rischio
è confermato dal fatto che la fonderia dovrebbe utilizzare la stessa falda che
viene usata dalla Ferrarelle, con uno sfruttamento ancora maggiore, rendendo prioritario
anche un problema di eventuale sovra-sfruttamento della falda. Si è posto il
problema di come, cercando ora ogni soluzione per poter far ripartire la nostra
economia, si possono prendere rischi talmente alti che in un prossimo futuro
potrebbero avere ripercussioni molto negative sul territorio. Il geologo (presidente della commissione europea
sulle acque minerali) ha poi confermato, tramite analisi da lui effettuate, le
considerazioni, dando alle stesse una base scientifica difficilmente
contestabile.
Mancava in tutto ciò una risposta
da parte della ditta interpellata, che hanno annunciato un contro-convegno per
il giorno 27 p.v., da cui si spera di
poter trarre una idea precisa sulla situazione attuale, avendo ora ascoltato
soltanto una delle due controparti (ovviamente sono anche i cittadini
interessati ed importanti nella questione, ma al momento attuale l’unica ad
aver portato avanti indagini serie è la sola Ferrarelle). Dal primo convegno è
emerso come questa possibile nuova attività comporta rischi talmente alti che
sembra una idiozia la sua installazione, potendo recare un danno alla unica
fonte di sostentamento che il nostro
territorio ha avuto nel corso dell’ultimo secolo, senza contare il fortissimo
danno ambientale che, una attività svolta in modo errato o eventuali danni,
possono portare al nostro territorio; non dimentichiamo infatti l’emissione di
polveri sottili, molto delle quali ancora senza una precisa valenza scientifica
e quindi di impatto sull’ambiente, od anche il rischio radioattività e di danno
improvviso che possono aversi.
Il gioco vale la candela?
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