"Tutto quello che si fa, è solo ed esclusivamente per noi. Non possiamo vivere in un mondo rovinato in tutti i sensi, quando abbiamo invece l'opportunità di collaborare tra di noi e fare di questo mondo un luogo più bello, ricordandoci che la terra su cui viviamo non ci è stata donata dai nostri padri ma ci è stata prestata dai nostri figli."

sabato 25 febbraio 2012

Impianto industriale a Riardo: prime impressioni


Il giorno 22 c.m. si è tenuto, presso la sala consiliare di Riardo, un convegno del “comitato contro la fonderia”, definiamolo così, ovvero una associazione ambientalista con sede operativa in Riardo che sta portando avanti una campagna di sensibilizzazione contro questa nuova attività, una fonderia in modo semplicistico. Erano presenti i responsabili dell’associazione,  i sindaci del comune suddetto, quelli di Pietramelara e Rocchetta & Croce, il direttore generale delle Ferrarelle e il geologo che ha effettuato le indagini per la stessa (scusateci ma non siamo riusciti ad avere i nomi de queste persone),   mentre non vi era nessun responsabile della ditta Ragosta, che si sono giustificati, tramite un comunicato, con  impegni di lavoro urgenti (anche se il comunicato è giunto 2 ore prima dell’inizio del convegno, programmato da 5 giorni, ndr).
I primi ad intervenire sono stati i tre sindaci, e dalle loro parole è emersa l’idea di voler prender conoscenza sull’argomento, in quanto al momento nessuno di loro aveva pieno possesso dei documenti relativi al progetto; è emersa però la volontà di approfondire tutte le particolarità, in quanto un eventuale fallimento di  questa attività, può avere ripercussioni  sul territorio molto forti.
 Sono poi intervenuti i “rappresentanti” della Ferrarelle, ovvero l’impresa che più verrebbe colpita dalla nuova costruzione, non per concorrenza ma per gli alti rischi di inquinamento collegati. Infatti il dg  ha prima parlato di come la Ferrarelle sia presente sul territorio da oltre un secolo, su come abbia sempre fornito lavoro alla nostra zona, su come sia sempre impegnata in una campagna di produzione il più possibile verde, per poi concludere parlando della difficile situazione attuale, in risposta a lamentele di alcune persone sulla mancanza di nuove assunzioni. Lo stesso dg ha parlato di come la presenza di una fonderia nelle vicinanza sia pericolosissima per loro, in quanto un’eventuale inquinamento delle acque porterebbe alla chiusura della stessa, non potendo l’acqua essere trattata una volta estratta dal terreno; il rischio è confermato dal fatto che la fonderia dovrebbe utilizzare la stessa falda che viene usata dalla Ferrarelle, con uno sfruttamento ancora maggiore, rendendo prioritario anche un problema di eventuale sovra-sfruttamento della falda. Si è posto il problema di come, cercando ora ogni soluzione per poter far ripartire la nostra economia, si possono prendere rischi talmente alti che in un prossimo futuro potrebbero avere ripercussioni molto negative sul territorio.  Il geologo (presidente della commissione europea sulle acque minerali) ha poi confermato, tramite analisi da lui effettuate, le considerazioni, dando alle stesse una base scientifica difficilmente contestabile.
Mancava in tutto ciò una risposta da parte della ditta interpellata, che hanno annunciato un contro-convegno per il giorno 27 p.v.,  da cui si spera di poter trarre una idea precisa sulla situazione attuale, avendo ora ascoltato soltanto una delle due controparti (ovviamente sono anche i cittadini interessati ed importanti nella questione, ma al momento attuale l’unica ad aver portato avanti indagini serie è la sola Ferrarelle). Dal primo convegno è emerso come questa possibile nuova attività comporta rischi talmente alti che sembra una idiozia la sua installazione, potendo recare un danno alla unica fonte di sostentamento che  il nostro territorio ha avuto nel corso dell’ultimo secolo, senza contare il fortissimo danno ambientale che, una attività svolta in modo errato o eventuali danni, possono portare al nostro territorio; non dimentichiamo infatti l’emissione di polveri sottili, molto delle quali ancora senza una precisa valenza scientifica e quindi di impatto sull’ambiente, od anche il rischio radioattività e di danno improvviso che possono aversi.
Il gioco vale la candela?

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