"Tutto quello che si fa, è solo ed esclusivamente per noi. Non possiamo vivere in un mondo rovinato in tutti i sensi, quando abbiamo invece l'opportunità di collaborare tra di noi e fare di questo mondo un luogo più bello, ricordandoci che la terra su cui viviamo non ci è stata donata dai nostri padri ma ci è stata prestata dai nostri figli."

venerdì 29 marzo 2013

Campania: terra di fuochi

La cosiddetta “Terra dei fuochi”, un nome coniato da Legambiente e poi adottato da Roberto Saviano in Gomorra e da tanti altri, è una zona che si estende fra i comuni di Giugliano, Qualiano e Villaricca.
Come il suo nome suggerisce, quest’area è particolarmente colpita dai roghi abusivi di rifiuti tossici, soprattutto nella bella stagione. Tuttavia, relegare questa pratica solo a questo territorio sarebbe sbagliato, visto che liberarsi di rifiuti pericolosi mediante roghi è una prassi che non conosce confini territoriali, come viene dimostrato attraverso le moltissime testimonianze raccolte dal sito web www.laterradeifuochi.it. I roghi vengono solitamente appiccati nelle ore serali, quando le nubi di denso fumo nero che si innalzano per centinaia di metri per poi scomporsi ed espandersi nel cielo si notano meno. Spesso, se di mattina si percorre in auto l’Asse Mediano per tutta la sua lunghezza da Acerra al Lago Patria, si nota che il cielo in molti punti è coperto di una coltre grigia e che qua e là ancora si alzano colonne di fumo. Gli incendi sono spesso difficili da localizzare, non essendovi rilievi da cui osservare la zona. Ma in giornate con poca foschia, dalla cima del Vesuvio si possono individuare senza difficoltà i luoghi esatti dove è stato appiccato un incendio. Se ne contano a decine.

Per l’estrema frammentazione del fenomeno, la durata ridotta degli incendi e la semplicità con cui viene eseguita questa tecnica di smaltimento, è difficile per le forze dell’ordine controllare e arginare i fuochi. Inoltre, solitamente i criminali spesso non danno fuoco ai rifiuti di persona, ma sfruttano la manodopera a-problematica e a basso costo rappresentata da rom e immigrati per appiccare i roghi. E comunque, quando si vede il fumo levarsi, chi ha sversato e incendiato il più delle volte è già lontano.



Dall'introduzione al sito La terra dei fuochi:
Ricordo i primi anni in cui era ufficialmente scoppiata la questione rifiuti a Napoli e in Campania. Era il 2008, da semplice cittadino mi recavo alle numerose riunioni presso le discariche e i vari presidi sul territorio.
Acerra, Pianura, Giugliano, Chiaiano, Terzigno, ovunque andavo dicevo sempre: "ragazzi è importante battersi contro una discarica o un inceneritore, ma vi rendete conto che stiamo ignorando qualcosa di molto peggio?"
Corrono alla mente numerosi episodi. Ma voglio riportare di seguito in dialetto le risposte piccate di quanti ho poi soprannominato gli "illuminati" della monnezza:
"ma tu si scem? e cr'è nu poc 'e fumm?? chell sarann al massimo e zingar che stann 'a squaglià nu poco e ramm, o fann sol pe' magnà..."

Questo il banner in cui invitano utenti ad aiutarli tramite Facebook:


Per visualizzare i lavori artistici-satirici del collettivo Latrones sulla vicenda, vai a questo link e scorri la pagina fino a Terra dei fuochi: http://www.latrones.it/galleria/#!prettyPhoto

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